Domenica 08.07.12
I tracciatori, anche quest'anno hanno piazzato la loro stoccata. La giornata più lunga del calendario è arrivata. Partenza ore 7,00 con salite a volontà. Cade a fagiolo per chi è da poco rientrato dalle imprese dolomitiche.
Stranamente c'è parecchia gente in piazzetta. L'orario pazzesco e l'estate incombente, di solito, sono dei buoni alibi per la latitanza. Invece, oltre a Silvio, ormai una delle statue della piazzetta, vi sono Daniele e Iller (almeno anche loro pagano dazio per la loro scelta), Richi, Celso, Enrico, Salvatore, Michele, Lorenzo, AntonioLr, Giuliano, Claudio, Paolone (con problemi oculistici), Giuseppe e gli ospiti Aldo (sempre più coinvolto nelle nostre imprese) e Umberto.
La partenza non e da schock come quella di settimana scorsa, ma non è neanche soft. E' il pensionato Richi che macina fino al Pagoda, tenendo in tensione il gruppo. Dopo, sarà il trio Claudio, Paolone e Giuseppe che tirano il collo a chi li vuole seguire, ossia Michele, Salvatore, Enrico, AtonioLr e Aldo. Io formo il solito gruppetto di seconda fascia, che questa volta è composto da Giuli, Lorenzo e Umberto.
A Vetto sono tutti alla fontana, ma non tutti ripartiranno per le mete di giornata. Il trio anarchico, fingerà di continuare per Castelnuovo Monti (e forse lo farà successivamente, probabilmente anticipato da Umberto), ma in realtà si andrà a piazzare al bar delle "Tettone", attendendo Iller, Daniele, Silvio, Richi e Celso, per tentarli (novelle sirene) con richiami verso gli ombrelloni e le sedie dell'ameno ristoro.
Noi davanti, intanto proseguiamo per Gottano (seconda salita di giornata, già descritta in altre relazioni) e Cereggio. Il tratto che dal bivio della strada di Gazzolo, porta al paese è particolarmente noioso. Non hai mai la sensazione di una vera salita, ma fai una fatica boia. Con Aldo, che oggi ha deciso di restare con me, si chiacchiera del più e del meno. Dopo il centro del paese, si affrontano altri due chilometri in mezzo al bosco, prima di arrivare ai mille metri della provinciale. Anche la terza è fatta. Dobbiamo, però andare a raggiungere l'attacco della Hors Categorie di giornata, ossia Pratizzano da Storlo e Poviglio (paese fantasma a causa di una frana). Il problema è che si scende e di molto. Io e Aldo ci fermiamo alla fontana di Castagneto, mentre gli altri, appena più avanti, si fermano alla fontana dei fungaioli, conosciuta come coordinate dal fungaro Giuliano. Dopo il torrente Andrella, si ricomincia a salire e si terminerà dopo undici o dodici chilometri sulla "Bandita". Il gruppo è sgranato. Antonio è già partito a razzo. Enrico, Michele e Salvatore lo seguono. Giuli e Lorenzo sono a vista, mentre Aldo, ancora una volta, resta con me. Fino a Pieve San Vincenzo e Fornolo, la strada presenta pendenze accettabili. Dopo Storlo comincia l'incubo. Il paese fantasma di Poviglio, fa sentire la sua cupa presenza. Un muro dopo l'altro si sussegue, poi drittini e curve in pendenze, solo ogni tanto intervallate da qualche tornante che, bene o male, un po' di sollievo te lo dà . Non ho conteggiato i chilometri, ma ho sentito sussurrare, successivamente, un cinque o sei che mi ha fatto male anche se li avevo già percorsi. Le comunicazioni con Aldo, le ho interrotte ben presto.
L'ho sempre tenuto sotto controllo, sperando mi desse buone notizie. In realtà la salita non finisce mai. Anche nel momento in cui si arriva al Centro Parco, stai ancora salendo. Quando sei ai 1200 metri del passo, devi subito svoltare a sinistra per iniziare il chilometro e mezzo della "Bandita", che non appartiene più alla salita di Pratizzano, ma che devi pur fare se vuoi arrivare al bivio che ti porterà al Ventasso. Quando finalmente termina anche la penultima fatica, mi viene un'idea geniale. E se non lo facessi il Ventasso?. Sono nella norma, in quanto il corto non prevede questa andata e ritorno, per cui ….... Detto fatto al bivio, giù a sinistra per Ramiseto, mentre gli eroici reduci dalle scalate dolomitiche Antonilr, Enrico, Salvatore, Michele e Giuliano, hanno da un po' girato a destra per raggiungere il piazzale del lago e completare il Lungo. Lorenzo, invece, ha pure lui deciso di buttarsi nella discesa. Lo raggiungeremo (anche Aldo l'ha pensata come me) alla fontana grande di Ramiseto, dove ci fermeremo un attimo per rifocillarci. Alle undici in punto ripartiremo per casa, sfruttando la pazzesca discesa che porta nel fondovalle del Lonza prima e ad Atticola dopo. Le due salite prima di Vetto (la lunga che inizia sul ponte vecchio della Lonza e la corta del cimitero) rompono un po' il ritmo. Dopo Vetto, però, ci si rituffa sulla provinciale (o statale) che porta a Ciano e San Polo. Perdiamo di vista Lorenzo, che però è sulle strade di casa, per cui non corre rischi di errori di percorso. Quando Aldo, ogni tanto preso da raptus da prestazione, allunga, lo lascio andare, sperando mi aspetti successivamente. Così sarà fino a casa. A Montecavolo arriviamo a mezzogiorno e diciotto. Non male, tenendo conto che il rientro, se pur in discesa è avvenuto con un leggero vento contrario. Non siamo stati i primi ad arrivare in piazzetta. Trio anarchico a parte, anche Daniele ed Iller sono già arrivati. Dopo Cereggio, hanno girato la bici, lasciando il compito di affrontare Pratizzano a Silvio, Richi e Celso, e sono rientrati da Ramiseto, incrociando Vanni ed Alessandro in inverso. In quel di Vetto, hanno fatto una sosta prolungata alla fontana del paese montano, per far venir mezzogiorno.
Dopo pochi minuti dal nostro arrivo, si è presentato Antonio, che ha tentato di raggiungerci e che ha percorso il giro dei 118 in 4 ore e quarantotto ( il sottoscritto cinque ore giuste per 114 chilometri) e poco dopo Salvatore, Michele ed Enrico ( Giuli ha continuato sula tangenziale).
Solite chiacchiere con argomento cena di mezza stagione, quindi, dopo l'arrivo di Silvio, Celso e Richi, gli immancabili saluti per poi rientrare nelle nostre case.
Giornata calda partecipanti 15 + 2inv+2 ospiti totale 19 km 114 (5,00 ore il mio)
km 118 (4,48 antoniolr)