Domenica 15.07.12

Oggi si ritorna parzialmente sulle strade di domenica scorsa, anche se, per alcuni tratti, percorrendole in inverso.

In piazzetta c'è rumore. Le chiacchiere dominano. Non c'è, però, attività fotografica.

Sono presenti CLAUDIO, MAX B, RICHI, FRANCESCOCZ per i Vitelloni, GIUSEPPE, PAOLOF per le Ruote Libere, ENRICO, MICHELE, SALVATORE per i Coviolesi, EROS, CELSO, SERGUEI per i Rari, DANIELE, ILLER, BRUNO (ai quali si aggiungeranno in inverso VANNI e ALLE), per i Fondatori, SILVIO, ANTONIOLR , GIULIANO,oltre al sottoscritto, per i Cicloturisti e gli ospiti Aldo, Chuba e Umberto.

La sagoma di Serguei, genera un po' di fibrillazione tra gli astanti, ma sarà un signore e per tutta la giornata rimarrà con i professionisti, senza mai forzare l'andatura.

La prima parte del percorso (gruppo guidato da Silvio, Iller e Richi), è ormai stata descritta altre volte, per cui la saltiamo pari pari, salvo dire che il frazionamento dei gruppi, avviene proprio all'inizio della prima salita in Val Termina (Silvio, Iller, Daniele, Richi e Celso dietro, gli altri più o meno frazionati, davanti, con Bruno indeciso se aspettare o meno la coda), che Claudio, per problemi meccanici, rientrerà alla fine della stessa, Giuseppe a Cà Bonaparte, girerà per la val Toccana inversa., mentre Eros e Umberto, non so che fine abbiano fatto. A Lagrimone, quando arrivo, sono tutti alla fontana. Michele, Antonio, Salvatore, Chuba, Paolone, Enrico, Giuliano, Massimo, FrancescoCz e Aldo, hanno già riempito le borracce e sono pronti a ripartire, dopo le uniche foto di rito di giornata.

Questa volta la strada, fortunatamente volta verso il basso. Una bella discesa iniziale, seguita da qualche mangia e bevi, porta al paese di CELSO (ovvi i commenti sarcastici nel gruppo, pensando a quando sarà appunto Celso ad attraversarlo). Un'altra stupenda discesa, dove si toccano punte di velocità vertiginose, soprattutto per i pesi massimi (provate un po' ad indovinare chi è riuscito a superare tutti in questo tratto), ci fa arrivare fino a Selvanizza, punto di partenza, dopo l'attraversamento del fiume Enza, della salita di Taviano.

Il nostro libro mastro cita quattro chilometri e mezzo con una media del 8,3%. I primi chilometri sono apparentemente dolci. Ci si inerpica in mezzo al verde tramite tornanti e rettilinei in pendenza. Ben presto, però, ci si rende conto del dislivello superato, osservando, soprattutto appena prima del paese di Taviano, il ponte sul fiume Enza diventato piccolo piccolo.

Dopo il centro del paese, la pendenza cambia aspetto. Si entra in contatto con la doppia cifra e per almeno un chilometro, la si deve sopportare. Cosa succeda davanti mi verrà detto a Vetto. I napoletani Michele e Salvatore ed il calabrese Antonio, sono in forma smagliante. Sarà Michele a scollinare sul passo, seguito da Salvatore affianacato da Antonio e successivamente da Serguei ed Enrico. Per gli altri non ho riferimenti. Certamente il sottoscritto ultimo è arrivato, con Aldo (anche oggi ha deciso di restare a chiacchierare con me, anche se le chiacchiere le ha fatte solo lui) che ogni tanto, ridiscendeva, per non allontanarsi troppo. A Ramiseto, abbiamo imboccato la solita discesa che porta a Gazzolo. Questa volta, invece di seguire il fondovalle Lonza, si è dovuto affrontare Gottano. Il vento favorevole, ha trasformato la salita in una comoda passeggiata, tanto che anche io ho tranquillamente conversato con mio cugino Luciano, pure lui ciclista (anzi professionista) stanziato a Collagna raggiunto a Gazzolo e che stava cazzeggiando lungo le strade montane per far arrivare mezzogiorno. Alla fontana di Vetto l'acqua sgorga in modo prostatico (ogni riferimento a fatti e personaggi della ciclistica è puramente casuale), per cui il riempimento della borraccia è parziale. Pagherò questa situazione più avanti.

Alle undici si riparte. La discesa è guidata da Giuli (guarda un po'). A Compiano c'è un improvviso scatto di Antonio, Aldo(il suo passato da ciclista lo si nota nel modo in cui sta in bici, proprio nel momento degli allunghi) e Paolone (credo). Chuba, che è in fase di locomotiva, ed al momento unico "curidor"(quello che corre con il numero dietro la schiena), lascia andare, ma commenta con un sarcastico" la lòr i vinen deinter da per lòr"(quei tre la davanti rientreranno in gruppo da soli). Così sarà. Il suo continuo macinare, seguito da Giuliano, Michele, Salvatore, Enrico, Serguei, Francesco, Massimo (un po' preoccupato per il chilometraggio, fuori dalle sue solite uscite, ma con gambe ancora toste) e dal sottoscritto, porta dopo una decina di chilometri al ricongiungimento. Purtroppo, per me, appena prima di Ciano, arriva il conto della mancanza d'acqua. Un bel crampo all'interno della coscia sinistra, mi costringe a rallentare, vedendo scomparire il gruppo. Non scendo dalla bici e cerco di farlo passare con allungamenti sui pedali. Non so quanto tempo mi sia servito. So soltanto che i restanti sedici chilometri li ho affrontati da solo ( anche se, grazie al vento favorevole, ho mantenuto velocità notevoli).

Quando sono arrivato in piazzetta (quattro minuti e trenta secondi dopo il gruppo, dirà lo Sport Trakers in confronto tra il mio percorso e quello di Antonio), ho appreso che sono bastati quaranta quattro minuti ai ragazzi per percorrere il tratto Vetto-Montecavolo. Non male, direi.

Solita capatina alla fontana del sindaco, quindi rientro in piazzetta per andare incontro agli altri già arrivati, dopo di che tutti a casa.

Giornata calda partecipanti 19 + 2inv+3 ospiti totale 24 km 106 4,03 (il mio) gli altri sotto le quattro ore