Domenica 07.08.11

 

Non può essere vero. Oggi domenica 7 agosto è il mio primo giorno di ferie (anche se, in teoria, sarà domani lunedì il primo), ma sono costretto dall'impegno ciclistico in calendario (il mitico "RADUNO ALPINO A CERRETO LAGHI" che si effettua ogni prima domenica di agosto) a svegliarmi alle sei del mattino. Potete immaginarvi con che voglia mi addobbo (la sveglia l'ho messa alle sei e dieci per recuperare qualche minuto). In ogni caso riesco nell'impresa di non scordarmi niente, neanche i contanti per l'iscrizione all'arrivo. A naso mi rendo conto che gli eventuali altri pazzi concentrati nel punto di raccolta della piazzetta, sono già partiti, per cui mi avvio direttamente verso Puianello. Vengo raggiunto dalla telefonata di Giuli, che mi chiede la posizione e mi aspetta, assieme a Silvio, Bruno, Richi e Lello.

La giornata ciclistica comincia proprio dopo il raggruppamento. Mi metto in testa e comincio a scandire la numerazione delle salite (saranno undici all'arrivo a Cerreto Laghi). La prima finisce dopo La Vecchia, la seconda, dopo il Bocco, la terza a Casina, la quarta alla Quercia. Bruno, che si è fermato per esigenze fisiologiche solide (imparerò che invece di utilizzare il bar, come d'uso, ha sfruttato il bagno personale del giornalaio aperto vicino al bar che era chiuso), viene atteso da Giuli, Silvio, Richi e Lello. Io, invece, continuo tutto solo, senza forzare troppo ed evitando la tentazione di agganciare tutti i gruppi o i singoli ciclisti che mi sorpassano. Le salite continuano. La quinta è Berzana, la sesta la Croce, la settima, la più dura della prima parte, è lo Sparavalle. Una volta scollinati si scende per Cervarezza (vengo raggiunto da Bruno), Busana (vengo raggiunto da Richi e Giuli) e Nismozza. La sosta alla fontana dell'amore è un classico del giro. Arrivano anche Lello e Silvio. Giuli decide di rientrare per evitare affaticamenti ad un ginocchio con problemi (dovrà partire il giorno successivo per Cutro con Antonella e figli), mentre noi piccoli eroi, continuiamo anche se cominciano ad intravvedersi nubi scure e pericolose in quota. L'ottava salita è la circonvallazione di Collagna, un lungo e noioso drittone in salita, che inizia dopo il duro strappo del Rio. La nona salita porta dal ponte del Biola agli schiocchi, seguendo la vecchia statale. Bruno e Richi, intanto si allontanano sempre di più, ma la cosa non mi preoccupa. Il mio pensiero è sempre rivolto al ritorno, per cui cerco di gestirmi. L'inizio della decima, la più dura in assoluto, avviene a Cerreto Alpi paese. Al ponte del Barone so che mancano ancora quattro chilometri al passo. La Gabellina (antica stazione di posta) è la penultima casa prima del valico (l'ultima è la cantoniera, dopo due chilometri). Finalmente su questa salita, riesco a superare qualcuno (saranno quattro alla fine le vittime; ovviamente non sto a raccontarvi da quanti sono stato superato). Il tempo, intanto , si è incupito. Nel tratto prima della cantoniera, un forte vento contrario, rende la salita quasi impossibile. Dopo una serie infinita di curve, arrivo al valico. Nubi basse e scrosci leggeri di pioggia inumidiscono l'ambiente. Svolto a sinistra ed imbocco la strada per i Laghi. Dopo un primo chilometro in falsopiano, comincia l'undicesima ed ultima salita (suddivisa in tre tratti; il primo durissimo e lungo, gli altri due in mezzo a macchie ed alpini in mezze maniche, nonostante l'inclemenza del tempo, forse già sotto l'effetto della grappa). L'arrivo nel piazzale del lago, è un sollievo. Corro all'iscrizione e riesco ad essere il primo nel foglio della ciclistica squadra numero 33, nonostante Bruno e Richi arrivati qualche minuto prima, abbiano pure loro fatto l'iscrizione (ovviamente in un foglio non ufficiale; verranno, infatti aggiunti dopo di me). Mi rifocillo abbondantemente al buffet, faccio il pieno di sali, saluto Jarno, presente con l'esposizione Advanced, Claudia, arrivata in bici, poi, proprio nel momento dell'arrivo di Silvio e Lello, riparto. Il tempo si sta sempre più chiudendo e c'è il rischio di pioggia intensa, per cui non è il caso di perdersi in festeggiamenti.

Nel tragitto dal lago al Passo, succede di tutto. Folate di vento che ti spostano mettendo a rischio la stabilità e buio assoluto generato da una brutta nube nera. Durante un breve chiarore incrocio il nostro amico Lorenzo, che ovviamente saluto. Riesco a raggiungere il passo ed iniziare il percorso di rientro. Non sto a conteggiare numericamente le altre salite, che però ci sono e debbono essere affrontate se si vuole ritornare a casa. Breve è quella di Cerreto Alpi. Più noiosa quella che porta alla rotatoria di Collagna. Infernale quella che comincia al Rio Collagna e finisce allo Sparavalle. In lontananza vedo Richi (Bruno chissà dove è; il pensionato con undicimila chilometri sulle gambe è fuori dalla mia portata). Fortunatamente mi aspetta ed insieme superiamo anche questa grossa asperità. La discesa dello Sparavalle porta a Castelnuovo dove affrontiamo due strappi ( dolce il primo, all'ingresso del paese, impegnativo il secondo, quello dell'ospedale). In lontananza (il tempo, intanto si è rimesso al bello) si intravvede la mitica Felinese. Cerco di tenere calmo Richi e l'affrontiamo inizialmente dolcemente, successivamente con grinta, anche grazie al vento favorevole, che ci ha accompagnati praticamente per tutto il ritorno. La vista del cartello turistico marrone di Cà del Merlo, mi esalta. La discesa per Casina è fatta a tutta. In piazza sosta per rifornimento e per dare sollievo ai piedi di Richi, bisognosi di una vasca d'acqua. Il resto è routine. Bocco, La Vecchia, Vezzano e Puianello li beviamo con il sottoscritto a tirare e dopo 6 ore e quindici minuti di percorso effettivo e 140 km di strada, arriviamo in piazza delle rose a Montecavolo.

Imparerò successivamente che Lello e Silvio, sono rientrati poco dopo di noi, nonostante una foratura lungo il percorso. Praticamente sono andati come dei TAV.

Partecipanti: 6 ciclistica + 3 ospiti incrociati Totale 9

Giornata soleggiata in piano, invernale sul passo e al lago.

Km 140 tempo 6.15