Domenica 13.03.11
L'apertura mattutina della finestra è desolante. Faccio fatica a vedere la chiesa sulla collina davanti a me. Il cortile, però, è quasi asciutto. Mi preparo e vado in piazzetta. Vuota..........
Sono sicuro di non essere in ritardo, per cui mi metto in attesa. Spuntano, dopo poco, le gambe scoperte e pelose di Silvio. Bene, c'è qualcuno. Intravvedo i cutresi che scendono dalla macchina
(eroici, perché alzarsi a Montecavolo e vestirsi è una cosa , farlo a Cadelbosco vuol dire avere voglia di stare in gruppo con la Ciclistica. Un plauso ad entrambi), bene altri due. Bruno (nostro procacciatore di sponsor), naturalmente è sempre presente. Credo che abbia già fatto due o tre giri intorno a Montecavolo. Arrivano, infine, Paolone ed Iller. Piccolo conciliabolo, poi si decide di fare il percorso, anche se si è consci dell'alto rischio al quale si può andare incontro. Ricevo una telefonata da Ettore (che, ricordo per l'ennesima volta, è e sarà sempre della Ciclistica, ma per quest'anno è prestato al mountain bike), che mi chiede lumi sull'eventuale partenza, dopo di che partiamo. A Puianello, raccogliamo Enrico, in compenso perdiamo Bruno( che si è fermato a casa) ed Iller, spaventato dalle prime gocce. Faccio l'andatura fino alla Vecchia (a Vezzano anche Silvio e Paolone decidono di invertire il percorso. Gireranno in piano per una cinquantina di chilometri, fino a che non incontreranno l'acqua). Rimaniamo, perciò, io, AntonioLr, FrancescoD ed Enrico. Prima del Bocco ci raggiunge Ettore (ovviamente a velocità supersonica. Pare che al momento della telefonata, ossia alla nostra partenza, fosse ancora nudo-in senso figurato-sui bordi del letto).
Insieme ci immettiamo sulla salita di Cà Mazzoni, con un iper attivo Antonio davanti e gli altri che tentano di chiacchierane con me. Mentre si sale non ci si accorge delle piccole gocce che continuano a scendere. Nel tratto che porta a Casina, invece, si sentono, senza, però generare preoccupazione. In centro decidiamo di continuare per Migliara e Leguigno. Sul falsopiano di Leguigno, comincia a piovere in maniera intensa. Il suono di una autoambulanza che si avvicina, ci fa pensare che ci vengano a prelevare considerandoci dei pazzi. La discesa per Ariolo, viene percorsa come se fossimo in salita. Anche i tre chilometri che portano a Trinità, vengono percorsi come fossimo in salita, ma questo è normale. Breve sosta al quintivio (nome da me inventato per definire l'incrocio tra cinque strade), quindi, dopo aver (o meglio non aver) intravisto la casa rossa sullo Staffora, e dopo aver rischiato(da fermi) di essere investiti da una Panda condotta da un locale, tutto intento a completare la curva per immettersi sulla strada che lo porterà al bianchino mattutino (forse non il primo), decidiamo di rientrare alla magione. Con prudenza percorriamo il Falsopiano di Trinità e la discesa che porta Cerezzola. Nel fondovalle è Ettore, sotto una pioggia che ci riempie i copri scarpe, che si mette in testa e a velocità discreta ci conduce a Ciano, prima, quindi a S.polo, a Quattro Castella e, finalmente a casa.
Ovviamente nessuna sosta in piazzetta.
Permettetemi di definire questi cinque personaggi, ossia il sottoscritto, Ettore,FrancescD, AntonioLr ed Enrico, come gli " IRRIDUCIBILI"
Km 60 2.35 . Giornata di m..................da