Mercoledì 25.04.2012

Lo so. Un professionista deve sempre avere la bici pronta. Va bè io professionista non lo sono, inoltre provate voi a rientrare a casa il martedì sera alle otto, dover preparare da mangiare (ovviamente piadine acquistate), perché Luisa è impegnata tutto il giorno con i nipoti, svegliarvi alle sette al mattino, preparare la colazione, far uscire il cane (sempre per evitare brontolamenti), vestirsi e gonfiare la bici.

Il risultato è ovvio. Vedo passare il gruppo sulla strada, proprio mentre sto imprecando con la pompa. Non solo, l'operazione di gonfiaggio, richiede un tempo che a me sembra lunghissimo e soltanto l'aiuto di un passante mi da la possibilità di partire. Sono le otto e ventidue sul mio Sports Traker. Mi butto a tutta, nella speranza che davanti non tirino alla morte. Lungo la strada non trovo aiuti di sorta. Debbo sobbarcarmi la rincorsa tutto da solo. Spero di accorciare un po' con lo stradone nuovo di Casalgrande, ma gli svincoli a raggio larghissimo, non sono dalla mia parte. Dopo lo scollinamento di Casalgrande, in lontananza, nel rettilineo, vedo un gruppo di ciclisti. E' il mio, mi dico. Bene aumento la frequenza, ma solo a Castellarano riuscirò ad accodarmi, tentando di passare inosservato per poter rifiatare.

Lungo lo strappo che porta a Roteglia, cerco di individuare i componenti. Vedo Vanni, l'ospite Roberto Spagni, Lello, Salvatore, Michele, gli altri ospiti Antonio di Marina, Erio e Stefano, Marina, AntonioLr, Francescod, Bruno, Iller, RobertroB, RobertoP, Claudio, Daniele, Richi, Lorenzo, Marino, Silvio, Celso, Paolone, Enrico, Giuliano, Omar e FrancescoCz.

Dopo aver attraversato Roteglia, si va per la Bassa di Baiso. Invece di prendere la strada che porta al comune montano, si gira a sinistra, in una vallata fresca e lussureggiante, che però ben presto si abbandona per inerpicarsi in mezzo al bosco prima e a prati in pendenza dopo. La salita è subito dura. Mi piazzo in ultima posizione per controllare la lunga fila indiana (buona come scusa eh?). Omar, RobertoB, AntonioLr, Paolone, Enrico, FrancescoC, FrancescoD, Antonio di Marina, Marino, Erio, Salvatore, Michele, RobertoP, Giuliano sono davanti (non so se mi sono dimenticato di altri, in tal caso chiedo venia). Dietro a me (ma ben presto mi supererà), Claudio. Richi e Lorenzo sono due tornanti più in basso. Il resto del gruppo, penso sia all'attacco del bosco. A Levizzano breve sosta da parte dei prof, per il ricompattamento dei sopra citati, quindi ancora salita, intervallata da qualche falso piano, fino a Piola ed a Valestra. Lo sfilacciamento, alla fontana, genera per i prof, il solito errore di percorso. Soltanto io, Giuliano, Richi e Lorenzo (Antonio di Marina ed Erio si fermeranno per aspettare Marina), proseguiamo per San Vitale e per il Castello delle Carpinete. Giuli e Richi si avvantaggiano leggermente, rispetto al sottoscritto e a Lorenzo. Il passo di San Vitale, precede la discesa di Santa Caterina ed i due pesanti chilometri in salita che portano al castello. La successiva discesa per Carpineti e per il Cigarello, è fatta con attenzione nelle prima parte e a tutta dopo. I quattro chilometri che portano a Pantano, mi vedono in compagnia di Giuli, che ha allineato il suo passo al mio. Insieme entriamo a Casina, con Richi alle spalle e con Lorenzo che arriva dopo poco. Degli altri, naturalmente nessuna traccia. Pare che si siano ricongiunti tutti sotto al Cigarello, pur percorrendo strade diverse e che dopo Casina in pochi abbiano fatto San Giovanni. Noi quattro (nonostante il consiglio dato a Lorenzo di proseguire lungo la statale) abbiamo deciso di completare il giro come da tracciato. Sul passo di San Giovanni, Richi allunga un po', ma in discesa, Giuli ed il sottoscritto lo recuperiamo. Rimane come unica preoccupazione il mitico strappo di Cà Bertacchi, considerato da tutti un cavalcavia, ma che in momenti particolari diventa invalicabile come i muri delle Fiandre. Con Giuli al comando superiamo anche l'ultima difficoltà per poi buttarci, non prima di aver ammirato lo splendido panorama delle colline albinetane e della pianura Padana che si intravvede dal Cavazzone, nella lunga discesa che porta ad Albinea. Gli ultimi chilometri li percorro da solo (Giuli e gli altri continueranno direttamente per le loro case), arrivando in piazzetta solo, così come solo ero partito. In realtà non proprio solo. Silvio, Daniele e suo figlio Giacomo, che ringrazio sentitamente, mi sono venuti incontro alla rotatoria per poi scortarmi fino alla piazzetta ( ho perso la volata con Giacomo). Due veloci chiacchiere, quindi una telefonata da far rizzare i capelli, mi ha convinto a rientrare velocemente a casa.

Giornata splendida. Km 95 3,55 partecipanti 24+ 4 ospiti (28 in totale)