Domenica 06.05.2012

Questa volta il rischio è grosso. Sapete che ci sono dei principi ben definiti nel ciclismo amatoriale. Uno di questi è il seguente: se l'acqua la prendi per strada sei giustificato, mentre se parti con la pioggia e prendi l'acqua sei un coglione.

Ebbene, dopo la vestizione, fatta a cielo nuvoloso, ma senza gocce, appena uscito in strada, una grossa nuvola sopra la mia testa comincia a rilasciare.

Raggiungo la piazzetta convinto di trovarla deserta, invece, oltre al solito Silvio e Massimo, vi sono anche i reggiani Omar, Roberto, Lello, Salvatore con l'ospite Stefano ed i cadelboschesi AntonioLr e FrancescoD. Si farà il percorso definito, decidendo sul momento le eventuali variazioni. Soltanto un attesa per l'arrivo di Paolone, liberatosi all'ultimo momento da impegni mattutini, ritarda un po' la partenza.

La strada, purtroppo è scivolosa, in quanto le gocce (anche se non tali da considerarsi pioggia) continuano a cadere.

Questa condizione ci accompagna fino ad Albinea. Lo sguardo verso la piana non è rassicurante. Nonostante i miei occhiali gialli, vedo una coltre nuvolosa preoccupante che sembra rincorrerci. Dal falsopiano della pedemontana, però, intravvediamo una apertura nella nostra direzione, per cui continuiamo, con andatura sollecita. Superiamo Scandiano, Casalgrande, Sant'Antonino e la Veggia e ci ritroviamo ben presto a Sassuolo. Chiedo un break decisionale, perché in lontananza, più o meno sopra le colline Sassolesi, si vedono corde d'acqua. E' la che dovremmo andare. Si decide di continuare per Maranello (il chiarore è in quella direzione), per poi rientrare dalla circonvallazione bassa di Sassuolo. Superiamo lo striscione di partenza di una Gran Fondo Locale (partenza ore 10, ma alle ore 9 non c'è ancora nessun ciclista sulla griglia, anche se molti sono in giro per riscaldamento), percorrendo la circonvallazione superiore, attraversiamo Fiorano e Spezzano e cominciamo il rientro, proprio davanti al circuito di prova della Ferrari. Davanti sta Silvio, perché unico esperto di percorsi cittadini, ma Massimo, Omar, Roberto ed Antonio, ogni tanto lo sostituiscono.

Di acqua neanche l'ombra. Ma è presto. A Sant'Antonino, dobbiamo prendere una decisione. Se continuare a girare per la bassa o rientrare, Prevale la seconda, anche se si vede benissimo che dovremo attraversare un fronte nuvoloso foriero di pioggia (quello che un ora prima tentava di rincorrerci). Consiglio ai reggiani, di rientrare direttamente alle case. Io, Massimo, Paolone, Silvio, Antonio e Francesco, invece ci immettiamo sulla vecchia statale di Scandiano, pronti ad un bagno di pioggia, che puntualmente arriva molto prima di Casalgrande. Paolone, uomo da acqua (ricordo ancora la sua fuga nel diluvio del Sella), è la davanti che tira come un forsennato. Appena dopo Scandiano, fortunatamente, la pioggia si trasforma in gocce isolate, per poi scomparire completamente sulla pedemontana. Riusciamo, così, ad arrivare a Montecavolo (strada quasi asciutta), bagnati ma non inzuppati totalmente (mezzi coglioni). Il rientro veloce nelle rispettive case è però la soluzione migliore che viene attuata da tutti (credo).

 

Tappa ridotta per maltempo km 67 2,17 partecipanti 10 + 1ospite (11 in totale)